domenica 2 febbraio 2014

Sì, sono stata pickpocket-tata!

È proprio il caso di dirlo: trasferirsi all'estero ti porta a provare una marea di cose nuove, a vivere un sacco di esperienze elettrizzanti che non potrebbero mai capitare nel buco di paese da cui provengo. Per esempio ieri sono stata così fortunata da sperimentare qualcosa di davvero innovativo ed emozionante come...venire derubata!

Ebbene sì, nella super-sicura, super-civile e super-controllata capitale svedese, sono stata scippata. Qualcuno ha aperto la mia borsa e ha sfilato via il mio portafogli senza che me ne accorgessi.
Inutile dire che nel beneamato portafogli giallo limone c'era tutto quello che serve per sopravvivere in una società civilizzata: soldi (troppi soldi), carte di credito, tessera della metropolitana, patente, carta d'identità, tessera sanitaria, badge dell'Università di Stoccolma, nonché il mio vecchio badge dell'Università di Padova, che mi consentiva ripetuti sconti-studenti abusivi al cinema durante i miei periodi di permanenza in Italia.
Non so se l'intera faccenda si possa definire un concentrato di sfiga o un concentrato di idiozia, probabilmente entrambi.
Sfiga perché dai, facendo quattro calcoli, ho vissuto in questa città per un anno ormai. Essendo io barbona inside, per la metà del tempo me ne vado in giro senza una lira, pagando perfino il caffè con la carta di credito perché nello scomparto contanti del portafogli c'è sempre il deserto. 
Per questo weekend avevamo organizzato una gita fuori porta ad Helsinki e, appena prima della partenza, penso bene di prelevare. Di prelevare un sacco di soldi. Ma perché? Perché?
Col mio bel bottino in borsa mi avvio a prendere l'autobus verso il porto, ma non senza fare tappa al McDonald's, certo che no! "Ristorante" super affollato, sabato pomeriggio, valigie, borse, noi compriamo i cheeseburgers, paghiamo, ce ne andiamo, cerco la tessera dei trasporti per salire nell'autobus ed ecco che la borsa è aperta e del portafoglio nemmeno l'ombra. Yeah!
Ora io dico, non potevano rubarlo due giorni prima? Non ci sarebbe stata una lira dentro (anzi un euro, anzi una corona)! E poi dico, che cosa mi ha fatto pensare che prelevare un sacco di soldi prima di andare in vacanza fosse una mossa saggia? Certe volte veramente, come dicono le mie amiche, non si capisce come mi abbiano dato una laurea!
Insomma, morale della favola: il weekend ad Helsinki si è trasformato in un weekend alla centrale di polizia, i miei documenti sono scomparsi e io da brava furbona non li avevo nemmeno fotocopiati prima, giovedì dovrei partire per la Polonia, ma utilizzo il condizionale, dato che Ryanair non è certo famosa per lasciar imbarcare i passeggeri sprovvisti di documenti.
Evviva! Che disastro. 
Che cosa posso dire? Sono basita di fronte a tanta sfiga e inoltre continuo a pensare a tutto quello che avrei potuto comperare con le belle banconote che riposavano nel mio portafogli.
Vi sembra un pensiero materialista, poco costruttivo e inutile? Non me ne importa. Vorrei solo aver comperato qualcosa di bellissimo e costosissimo, invece l'unica cosa che comprerò da oggi fino al duemilamai, sarà un portafoglio in fintapelle plastico-pelle di H&M, in completa linea con la moda polare!

È bello vivere all'estero, si provano un sacco di nuove esperienze.
È bello vivere all'estero. Un po' più bello quando si hanno dei documenti, ma alla fine dai, va bene lo stesso.

Per chi avesse quattro minuti da perdere, qui di seguito tento di sublimare la sfiga nell'arte. Eccovi un significativo estratto del film francese "Pickpocket". Anno 1959, regista Robert Bresson.

3 commenti:

  1. Ecco, allora fa così: con le banconote che riposavano nel tuo portafoglio giallo - cacca e non giallo limone ( e meno male che quell' obbrobrio te l'hanno sfilato! ) pensa che avresti potuto comprare un certo numero di maglioni di lana che, puntualmente, al tuo ritorno avrei ristretto in lavatrice.

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    1. Ma tu i maglioni li ristringi comunque...quindi vado sempre in perdita! :/

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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