martedì 27 maggio 2014

Waiting on the world to change

Ho aperto questo blog sperando di creare un porto sicuro nel quale raccontare la mia vita e le piccole cose di ogni giorno. Talvolta, purtroppo, le carte che abbiamo nel mazzo non sono quelle con cui vorremmo giocare e, in questi casi, si tace sperando che domani le cose vadano meglio.
Per quanto mi riguarda le cose oggi non vanno meglio, ma perlomeno vanno diversamente.
Negli ultimi mesi ho cercato di rattoppare una situazione che chiedeva soltanto di essere riconosciuta per ciò che era. So che sembra un cliché, e forse infatti lo è. 
Forse capita a tutti, prima o poi, di dimenticarsi di se stessi e di fare costantemente caso alle esigenze altrui. 
Forse capita a tutti anche di inseguire quello che si vorrebbe invece di prestare attenzione a quello che effettivamente si ha davanti.
A me è capitato e per mesi non ho avuto nulla da raccontare. Adesso, forse, questo blog potrebbe essermi d'aiuto davvero, per spostare la mia attenzione altrove e per guardarmi attorno e non solo dentro.
Oggi sono molto delusa, e confusa e triste. Però oltre all'ammasso di sentimenti so che questo cambiamento porterà con sé qualcosa di buono.
Quindi con calma, aspetto, e nel frattempo magari scrivo. Della primavera, delle gite in kayak, delle lezioni di svedese, del buio che non arriva mai e di com'è vivere a Stoccolma da sola. 
Da sola.



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